La scuola dei bambini e dei ragazzi

Per noi la SCUOLA è uno dei poli della nostra cura al figlio/a che ci affidate.

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1.

La SCUOLA per ogni figlio/a è un tempo di vita molto speciale e molto lungo (dai 3 mesi ai 18/25 anni, dalle 8 alle 16/17.00, per 9 mesi all’anno). Nella SCUOLA ogni figlio/a incontra il ‘mondo’ nella figura degli insegnanti e degli educatori; impara l’amicizia e l’amore nella persona degli amici; sogna e s’impegna per costruire il futuro attraverso l’esperienza che vive. Le fatiche dell’apprendimento sono traccia di difficoltà verso sé, gli altri, il destino!

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2.
Per un figlio/a di una Casa Famiglia l’accoglienza, l’inserimento, la crescita nella scuola è una questione molto delicata che richiede tutta l’attenzione insegnanti, assistenti sociali, educatori.
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L’esperienza degli educatori e la ricerca sul campo evidenzia gli elevati livelli di insuccesso scolastico dei minorenni che crescono al di fuori della loro famiglia, che si manifestano con carriere scolastiche più brevi e rapidamente professionalizzanti, con bocciature frequenti, abbandono precoce, alti livelli di assenze e il conseguimento di esiti sistematicamente inferiori nelle competenze di base. Il profilo che ne deriva è quello tipico DA DEPRIVAZIONE (deprivationspecific psychological patterns), che presenta queste caratteristiche:

  • carenze nelle funzioni esecutive, ovvero nell’attenzione, nella memoria di lavoro (fissazione di sequenze ordinate) e nella capacità di inibire, di fronte ad uno stimolo interno o esterno, una risposta istintiva, preferendone una alternativa derivante da un ragionamento. Questi bambini presentano infatti difficoltà di progettazione, organizzazione, regolazione dei comportamenti e nella flessibilità di adattamento;
  • destabilizzazione dovuto alla mancata continuità.
  • scarsa competenza logico-deduttiva (problem solving);
  • scarsa competenza verbale: a 3 anni i bambini che vivono in un contesto deprivato conoscono metà delle parole dei soggetti avvantaggiati;
  • carenze nella capacità critica e nel pensiero generativo (nella fluidità ideativa);
  • carenze di autoregolazione, stima di sé e motivazione. L’esperienza della carenza o della deprivazione di cure familiari crea una sofferenza profonda nel minorenne e una difficoltà nella formazione di un concetto di sé positivo. È proprio il disagio emotivo ad impedire il normale funzionamento delle funzioni cognitive.
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La preadolescenza e l’adolescenza. Nel passaggio dalla scuola primaria alla secondaria di primo grado si assiste ad un calo generalizzato della motivazione allo studio e del rendimento che investe tutte le discipline e in particolare la lingua italiana e la matematica. È infatti questo il momento in cui si amplia il divario socioculturale tra gli alunni che provengono da contesti più deboli e quelli che vivono in ambienti culturalmente ed economicamente più avvantaggiati.

La preadolescenza è inoltre una fase di cambiamento e di crisi importante per la crescita del soggetto, che inizia a delineare la propria identità nelle interazioni soprattutto con le figure adulte di riferimento. Gli allievi si devono poi confrontare con un numero maggiore di docenti, con stili relazionali diversi, a volte scarsamente informati sulla storia del minorenne affidato o in comunità. I docenti risultano inoltre più attenti ai risultati e alla disciplina, spesso gestita con modalità espulsive nei confronti di coloro che presentano difficoltà gravi di autoregolazione.

Gli alunni che crescono fuori dalla famiglia di origine sono soggetti infatti ad un numero significativamente superiore di allontanamenti dalla scuola (più o meno prolungati) e di provvedimenti disciplinari (cf. Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca -  Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, LINEE GUIDA PER IL DIRITTO ALLO STUDIO delle ALUNNE e degli ALUNNI FUORI DALLA FAMIGLIA DI ORIGINE)

3.

Per garantire la continuità educativa dei bambini/ragazzi accolti, continuità tra CASA FAMIGLIA e SCUOLA, la Congregazione Sacra Famiglia ha fatto la scelta di offrire ad ogni bambino/ragazzo accolto nella Comunità familiare la possibilità di frequentare la scuola all’interno del Centro Educativo Scolastico santa Paola Elisabetta Cerioli, che comprende i tre gradi di scuola: Infanzia, Primaria e Secondaria di 1° e il servizio educativo del Nido.

Casa Famiglia e Scuola vivono sinergia e collaborazione. La Casa famiglia nasce dal grembo della Scuola e la Scuola -come parte integrante del processo di crescita del minore- attiva un processo profondo di collaborazione.

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Quando arriva un minore:

  • c’è un incontro di presentazione con la Dirigenza, il gestore e gli insegnanti interessati;
  • se il ragazzo inizia la scuola Secondaria si attiva il progetto di Didattica digitale.

Durante l’anno scolastico:

  • si svolgono almeno tre incontri per l’andamento scolastico del minore alla presenza della Dirigenza della Scuola, gli insegnanti e gli educatori;
  • si mantiene un collegamento con gli insegnanti e gli educatori sulla qualità della presenza del minore nella scuola;
  • si accompagnano i minori nell’espletamento del dovere di studente: studiare, fare i compiti, attivarsi creativamente.
All’inizio di ogni anno scolastico:
  • è previsto un incontro in Collegio Docenti Unificato sul senso della nostra esperienza, in cui viene presentata l’esperienza della Casa Famiglia agli Insegnanti e agli educatori della Scuola;
  • si indicano le modalità di collaborazione per il bene dei figli affidati.
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